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Passaggio Generazionale: una sfida cruciale per il futuro delle PMI italiane

In Italia, un Paese in cui le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano l’ossatura dell’economia nazionale, il tema del passaggio generazionale è più attuale che mai.

Tuttavia, nonostante il tema sia ormai diffuso, un numero ancora molto elevato di imprenditori non si tutela con un adeguato piano di successione. Per questo motivo la maggior parte delle aziende, nel passaggio dalla prima alla seconda generazione si trova costretta a chiudere (più o meno il 70%) e solo poche arrivano alla terza generazione (circa un 13%).

I dati sono critici, ed è previsto un peggioramento se si tiene in considerazione il fatto che la popolazione del nostro Paese sta costantemente invecchiando da ormai molti anni. 

Un Paese di anziani
Secondo recenti dati, l’Italia è infatti il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, con la più alta percentuale di persone con più di 65 anni, ad oggi circa una persona su quattro ha più di 65 anni.

La situazione non migliorerà nei prossimi anni. Si stima infatti che, complici il calo delle nascite e l’aumento della speranza di vita, la percentuale di over 65 sul totale della popolazione arriverà ad essere pari al 37,1% entro il 2050 (Immagine a fianco).

Questa statistica riguardante la popolazione in generale, riflette anche la demografia degli imprenditori italiani. 

Molti di loro sono già prossimi all’età pensionabile: si stima che in Italia ci siano 500.000 imprenditori ultrasettantenni che spesso non hanno un successore pronto a prendere le redini dell’azienda.

È facile immaginare come in questo contesto, senza trovare nel breve periodo una soluzione concreta ed efficace che supporti i nostri imprenditori nel passaggio generazionale, il rischio che molte PMI chiudano è elevato. Questo ha ricadute importanti su occupazione e PIL.

Il Passaggio Generazionale: l’importanza della pianificazione

Il passaggio generazionale è un processo complesso che richiede pianificazione e una strategia ben definita. Molti imprenditori, purtroppo, si trovano impreparati ad affrontare questa fase cruciale della vita aziendale. 

La mancanza di un piano di successione può portare a conseguenze gravi, come la vendita forzata dell’azienda a condizioni sfavorevoli o, nel peggiore dei casi, alla chiusura dell’attività.

È essenziale che gli imprenditori inizino a pianificare il passaggio generazionale con largo anticipo, coinvolgendo esperti in materia e valutando tutte le opzioni disponibili. 

La pianificazione deve includere non solo la selezione, la formazione e l’integrazione del successore, dove presente, nel processo decisionale dell’azienda, ma anche eventuali altre opzioni nel caso in cui il successore non sia presente o sia presente ma non è interessato o non è adatto.

Opportunità e Soluzioni
Nel caso in cui non sia presente un successore naturale che possa raccogliere il testimone, esistono altre soluzioni potenzialmente efficaci in grado di garantire la continuità dell’azienda in caso di passaggio generazionale.

Tra queste, le principali sono:

  1. Coinvolgimento di investitori esterni che possano apportare nuove energie e capitali;
  2. Ricerca di un successore all’esterno dell’azienda;
  3. Acquisto della società da parte del Management interno (Management Buy Out, o MBO)

In questi 3 casi, ci si può rivolgere ad una società esperta di passaggio generazionale per esplorare le alternative a disposizione e per venire supportati nella pianificazione del passaggio generazionale. 

Conclusioni
Il passaggio generazionale rappresenta una delle sfide più grandi per le PMI italiane. È un tema che richiede attenzione e azioni concrete per garantire la continuità e il successo a lungo termine delle nostre imprese. 

In un contesto di invecchiamento della popolazione, è fondamentale che gli imprenditori inizino a pianificare per tempo, esplorando tutte le opzioni disponibili e facendo le scelte giuste per il futuro delle loro aziende.

In Italia, dove le PMI sono il cuore pulsante dell’economia, affrontare il passaggio generazionale in modo strategico è essenziale per preservare, rinnovare e far crescere il tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

Al via lo sportello per l’accesso agli incentivi per progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese del Mezzogiorno

E’ attivo, dal 10 settembre scorso, lo sportello per l’invio delle domande relative agli incentivi destinati ai progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese localizzate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nell’ambito della “Strategia nazionale di Specializzazione intelligente” del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L’intervento si rivolge alle imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati al momento della presentazione della domanda di agevolazioni, che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i Centri di ricerca, e che presentano progetti, singolarmente o in forma congiunta, riguardanti attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, d’importo compreso tra 3 e 20 milioni di euro.

I progetti, in particolare, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che utilizzino tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), quali: 

  • materiali avanzati e nanotecnologia;
  • fotonica e micro/nano elettronica;
  • sistemi avanzati di produzione;
  • tecnologie delle scienze della vita;
  • intelligenza artificiale;
  • connessione e sicurezza digitale.

Clicca qui per maggiori dettagli.

La Corte di Giustizia conferma: attività di B&B non imprenditoriale se rispetta le norme regionali

L’attività di Bed & Breakfast non è considerata “imprenditoriale” nel caso in cui rispetti le disposizioni previste dalla legge regionale di riferimento. 
Ad affermarlo la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Friuli-Venezia Giulia che, con Sentenza n. 154/1 del 27 maggio 2024, ha confermato un precedente orientamento della Corte di Cassazione, espresso con Ordinanza n. 32034/2019. 
Nel caso di specie, i giudici friulani hanno respinto l’appello dell’Agenzia delle Entrate, che aveva emesso due avvisi di accertamento per contestare la natura occasionale delle attività di B&B e affittacamere ai fini contributivi e Iva. Secondo i giudici, la documentazione presentata dimostrava chiaramente che l’attività rispettava sia la normativa nazionale sia quella regionale, con particolare riguardo all’organizzazione familiare, in base alla quale l’ospitalità viene concessa secondo la disponibilità e volontà della famiglia.

Comunicazione integrativa Tax credit ZES: pubblicato il nuovo modello

Con Provvedimento del 9 settembre l’Agenzia delle Entrate ha approvato il nuovo modello con relative istruzioni, per trasmettere la comunicazione integrativa relativa al tax credit “Zona economica speciale per il Mezzogiorno”, prevista dal Dl 113/2024. 

Il Provvedimento, oltre a dettare nuove regole per l’invio delle comunicazioni, stabilisce che non si terrà conto delle comunicazioni integrative già inviate sulla base del precedente provvedimento dell’11 giugno 2024. 
Il modello pubblicato, utile agli operatori economici per attestare l’avvenuta realizzazione, entro il 15 novembre, degli investimenti già comunicati all’Agenzia a partire dallo scorso 12 giugno, sarà disponibile sul sito delle Entrate dal 18 novembre al 2 dicembre 2024. La comunicazione integrativa dovrà essere inviata esclusivamente con modalità telematiche, utilizzando il software gratuito denominato “ZES UNICA INTEGRATIVA”, direttamente dal beneficiario oppure avvalendosi di un soggetto incaricato della trasmissione delle dichiarazioni.

Entro 5 giorni dalla presentazione della comunicazione sarà messa a disposizione del soggetto che l’ha trasmessa, nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate, una ricevuta che ne attesta la presa in carico, ovvero lo scarto, con l’indicazione delle relative motivazioni.

Maggiori dettagli nel Provvedimento.

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